Storia della filigrana

L’arte della filigrana è antichissima: risale agli albori della civiltà Medio Orientale. I primi oggetti antichi che presentano decorazioni in filigrana risalgono al 2500 a.C. La tecnica orafa acquisisce in seguito grande maturità prima con la civiltà minoica, poi nella Grecia continentale: con le prime colonie greche l’arte della filigrana approda in Occidente. La testimonianza dell’affermarsi della filigrana in Italia risale alle prime crociate.

Nella prima metà del 1600 la produzione ha un incremento e nel 1700 la filigrana viene utilizzata per impreziosire gli arredi sacri, i soprammobili e come ornamento dei costumi popolari; dal 1800 fino ai primi decenni del 1900 avviene la grande espansione degli oggetti in filigrana che conquista ogni ceto sociale. I più importanti centri della filigrana diventano Genova, Torino, Vercelli, Cortina d’Ampezzo, Scanno, Pesco Costanzo, Agrigento e la Sardegna. Nel 1882, dall’Italia, si esportano verso l’Europa e l’America più di 450.000 chili d’argento e più di 100.000 chili di lavorati in filigrana d’oro.

In questo contesto storico di particolare floridezza, nel 1884 l’artigiano campese Antonio Oliveri, formatosi nel laboratorio genovese del filigranista Antonio Grasso, decide di aprire una propria attività a Campo Ligure. La tradizione vuole che ciò avvenga a causa di un’epidemia di colera che imperversa a Genova ma è più credibile che sia una scelta legata al minor costo della manodopera. Il suo esempio è seguito da altri artigiani: è l’inizio di una tradizione che vedrà ben presto nascere una trentina di laboratori e farà di Campo Ligure un’autentica capitale, tanto che viene definita Centro nazionale del gioiello in filigrana.

Ancora oggi nel suo laboratorio, il filigranista con le “bruscelle” (pinze di varie misure) e un cannello per saldare i fili d’argento realizza ricchi ricami che vanno a creare oggetti preziosi. La minuziosa e paziente lavorazione che si nasconde in ognuno di essi li rende piccole opere d’arte.

Processo di lavorazione

La lavorazione della filigrana segue diverse fasi:

Fusione

E’ l’operazione che permette la trasformazione dell’argento puro (999 ‰) in verghe destinate alla lavorazione.

Trafilatura

Torcitura

È l’operazione che permette di assemblare in una lunga treccia due distinti fili, realizzando così il “filo granato”.

Laminazione

Un apposito macchinario, il laminatoio a rulli piatti, appiattisce il filo granato conferendogli l’aspetto dentellato tipico della filigrana.

Scafatura

Riempitura

Saldatura - Rifinitura

I nostri gioielli

Gioielli in filigrana

La lavorazione dei gioielli in filigrana segue le fasi e le regole proprie di questa antica tradizione. Grazie all’utilizzo di diversi macchinari, l’argento puro viene fuso e trasformato in sottilissimi fili, affidati poi ad artigiani altamente qualificati che, con le proprie mani, creano piccole opere d’arte. Ogni singolo pezzo viene interamente realizzato all’interno dell’azienda ed è quindi offerta alla clientela la possibilità di personalizzare ogni prodotto, secondo i propri gusti e le proprie esigenze.
All’interno di questa produzione, particolare risalto viene dato ai gioielli propri della tradizione sarda, abruzzese e altoatesina.

Gioielli della tradizione sarda​

La filigrana è un’arte che ha una fortunata tradizione in Sardegna, isola che ne ha raccolto le tecniche provenienti da altri paesi del Mediterraneo per crearne una tutta sua, che ancora oggi fa scuola. Si tratta di una lavorazione che richiede pazienza e perizia in quanto è di miniatura ed ha dato vita a piccole opere d’arte come preziosi monili, fedi nuziali e spille ornamentali decorate con motivi naturalistici e geometrici.

Gioielli della tradizione abruzzese

L’oreficeria abruzzese ha subito l’influenza straniera. I Longobardi hanno creato le prime botteghe orafe in Abruzzo. I ricami riprendono trame floreali e magico-simbolici di tradizione apotropaica. Gli oggetti tipici della tradizione abruzzese sono collane girocollo con sfere in filigrana o a sbalzo e i medaglioni a forma di stella con arabeschi in filigrana.

Gioielli della tradizione altoatesina​

La produzione orafa altoatesina trova in Cortina d’Ampezzo il suo fulcro. Monili in fili d’argento che rappresentano i fiori della Alpi sono emblemi di questa tradizione, che risale al XVIII sec.
Il turismo, che già nell’Ottocento interessava la località montana, ha fatto crescere la domanda di articoli di souvenir tanto che venne aperta una scuola apposita.​

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